Le parole in pugno

Le parole in pugno

sottotitolo
Lingua, società e culture giovanili in Italia dal dopoguerra a oggi
copertina
anno
2009
Collana
Categoria
pagine
208
isbn
978-88-6266-131-7
17,10 €
Titolo
Le parole in pugno
Prezzo
18,00 €
ISBN
978-88-6266-131-7
Come è stata scritta la storia italiana dallo sbarco degli Alleati ai nostri giorni attraverso l’analisi di parole-chiave (metafore, nomi di oggetti, personaggi letterari) che ricorrono nella letteratura, nel cinema, nella pubblicità...
Un percorso in cui la linguistica, strumento di analisi testuale, incontra la storia e la narrazione della quotidianità per ricostruire il cammino culturale e sociale del nostro Paese.
Coppi e Bartali, il boom economico e la coca cola, gli anni della contestazione e l’alba del nuovo millennio nell’immaginario collettivo italiano.
Alberto Sebastiani si occupa di linguistica e critica letteraria all’Università di Bologna, con attenzione agli studi culturali. Autore di saggi su scrittori del Novecento e sui nuovi media, il suo ultimo libro, del 2006, è l’antologia Mica male il tuo libro. Racconti e aneddoti sull’incontro-scontro con il lettore (Aliberti).

INCIPIT

Immagini e immaginario

1. Un repertorio condiviso?
 

Esistono eventi, immagini, luoghi, persone, voci, suoni, propri della quotidianità, della storia, o inventati, citati in testi tanto della cultura alta quanto delle cosiddette culture di massa e popolare, che appartengono a un patrimonio comune, condiviso da una data comunità, in un dato tempo. Un repertorio espressione di una memoria e di un pantheon collettivo, mutevole, che si alimenta costantemente di ciò che la quotidianità produce e gli strumenti di comunicazione di massa diffondono. Un immaginario collettivo che nasce dall’assuefazione alla presenza di immagini (pubblicitarie, fotografiche, cinematografiche, televisive, del web…), oggetti della quotidianità espressione della cultura materiale, elaborati artistici (letterari, pittorici, scultorei…), eventi passati e presenti, luoghi, personaggi fantastici, della storia, del jet set nazionale e internazionale, di vip da rotocalchi rosa, o star della musica classica o pop, del cinema come della televisione, suoni e rumori che diventano parte di un paesaggio/panorama culturale, sociale, materiale, in quanto significativi di (e significati da) una data cultura, una data civiltà, che li ha prodotti, o riconosciuti, o tramandati.
Un repertorio a cui tutti attingono, in modo passivo o attivo: il primo è un semplice rimando a un elemento che è parte di un panorama noto, condiviso; il secondo è un riutilizzo, una rielaborazione, un processo in conseguenza del quale l’elemento in questione viene manipolato da un soggetto con una particolare intenzione, come nel caso di un suo uso in un’opera d’arte.
In questo, la pop art è stata maestra, riprendendo ad esempio persone reali rese icone, opere d’arte “commercializzate” e personaggi propri della cultura di massa, di grande successo, appartenenti anche al mondo del fumetto. Un nuovo campo di segni, simboli, emblemi, immagini che si sono installati nel subconscio come una vasta, comune esperienza visiva, ma anche uditiva, a cui tutti possono accedere e che tutti contribuiscono a far vivere e crescere.
È un repertorio composto di elementi precari, come precario e in rapido e costante mutamento è d’altronde il mondo che li genera. Proprio questa instabilità rende difficile compilare una sorta di catalogo; allo stesso tempo, però, rende possibile verificare chi o cosa faccia parte del repertorio in un dato momento, ovviamente per uno specifico uditorio, quale ricezione esso ne abbia, quale valore gli attribuisca. Se poi alcuni elementi persistono, ricorrono nei testi prodotti da una determinata comunità (scritti, orali e grafici, siano essi registrazioni, pitture, film, testi letterari, paraletterari…), evidentemente con la loro presenza si veicola un particolare aspetto di tale comunità e della sua cultura in un dato momento storico. Per essi, se ne può leggere la storia sociale, culturale, del costume, delle condizioni economiche, delle conquiste civili, sindacali, politiche…
Una storia, dunque, che può essere osservata, descritta, raccontata, interpretata e rielaborata anche dalla letteratura. Un testo letterario, un romanzo, crea infatti un mondo possibile, ma la sua creazione è la risposta a un’interrogazione dell’autore al mondo reale. Un romanzo è sempre, di qualsiasi genere esso sia, un’indagine sul mondo e sull’uomo che vi vive. È una metafora dei rapporti reali tra uomini, società e storia (Fortini 1968: 163). Un’indagine soggettiva leggibile come una particolare percezione del tempo, dell’uomo, del suo habitat e della relazione tra questi tre elementi, cioè la storia.

2. Quale corpus?

Per leggere aspetti della storia italiana dalla Seconda Guerra Mondiale ai nostri giorni attraverso la ricorrenza di espressioni, immagini, nomi di persona, manufatti, oggetti, voci, suoni, abbiamo studiato testi letterari, canzoni, film e altro ancora, che rivelano come tale periodo sia letto e percepito da artisti e scrittori.
Il percorso storico muove dall’arrivo degli Alleati a Napoli nel 1943, con l’incontro tra la popolazione italiana e l’esercito straniero, al dopoguerra, con la contrapposizione tra Pci e Dc, dal periodo della ricostruzione, con il Giro d’Italia, figure come Coppi e Bartali e oggetti come la bicicletta, agli anni del boom economico e alla trasformazione culturale che essi comportano, dalla nascita dei “giovani” all’emarginazione del mondo contadino e di montagna, dagli anni della contestazione alla loro conclusione, con l’arrivo degli anni Ottanta, fino ai nostri giorni.
Per compiere tale percorso, abbiamo scelto alcuni testi cardine: La pelle (1949) di Curzio Malaparte, Mondo piccolo: Don Camillo (1948) di Giovanni Guareschi, Il dio di Roserio (1954) e Il Fabbricone (1961) di Giovanni Testori, le cronache del Giro d’Italia di Vasco Pratolini, Dino Buzzati e Anna Maria Ortese, La vita agra (1962) di Luciano Bianciardi, Le donne di Messina (1964) di Elio Vittorini, Lettera a una professoressa (1967) della Scuola di Barbiana. Per l’ultima parte, relativa agli anni della contestazione e ai decenni successivi, abbiamo scelto di non utilizzare un testo cardine, ma più scritti che, nel loro insieme, rendano la complessità e la spinosità del periodo, non estinguibile nell’interpretazione di singole voci.

 
 

 

Da lunedi 13 aprile fino a venerdì 17 aprile 2009 Sebastiani ha tenuto la rubrica Vocabolario all'interno di Fahrenheit.
Si può ascoltare il podcast del Vocabolario su

http://www.radio.rai.it/RADIO3/FAHRENHEIT/mostra_evento.cfm?Q_EV_ID=282784