Alberto Rollo, Un'educazione milanese

08-11-2016

Nostalgia per la Fiera Campionaria, di Fabrizio Ravelli

Leggendo “Un'educazione milanese” di Alberto Rollo (libro che consiglio caldamente a milanesi e non) ho capito perché Expo non mi ha entusiasmato. Il motivo è molto semplice: ho nostalgia della Fiera Campionaria. D'accordo, c'entra il ricordo di quando ci andavo con mio padre, da bambino. E quella meraviglia infantile non si può ricreare. Ma c'è anche dell'altro. La Fiera Campionaria si teneva ad aprile (pioveva quasi sempre) lì dove adesso ci sono i grattacieli di City Life. Era, credo, la più importante esposizione del mondo. In quegli anni Sessanta del boom esponeva la produzione di moltissimi paesi (anche quelli dell'Est Europa) nei campi più diversi: meccanica, tecnica, abbigliamento, giocattoli, elettrodomestici, alimentari, agricoltura, chimica, eccetera.
Mio padre, come quello di Rollo, lavorava nella meccanica ed era figlio di un operaio. Quindi gran parte della visita veniva dedicata alla puntigliosa esplorazione di ogni genere di macchinario. Ruspe, trattori, trebbiatrici, nastri trasportatori, torni, frese, trapani, automobili, motori fuoribordo, motociclette, scooter, biciclette. Per chi era nella meccanica, c'era il fascino della tolleranza zero. Cioé del lavoro di alta precisione, dove l'approssimazione ammessa era dell'ordine dei micron. Quindi una bella fresa automatica, o un tornio parallelo (quelli a controllo numerico non c'erano ancora), erano aggeggi che richiedevano una sosta attentissima. Tornavamo a casa con borsate di dépliant. Le signore esploravano frigoriferi, lavatrici e televisori che pochi possedevano. Era un tempo più ingenuo, forse.