Argentina-Baini, Messi a 90

30-05-2010
"Nonostante Calciopoli, il calcio resta più pulito e giusto della vita", di Antonio Prudenzano

Il Mondiale sudafricano si avvicina e come ogni quattro anni accade le librerie si riempiono di titoli più o meno "presentabili" legati all'evento sportivo più atteso. La raccolta di racconti Messi a 90, scritta a quattro mani da Fiorenzo Baini e Cosimo Argentina (uno dei più bravi scrittori italiani in circolazione), in uscita il 3 maggio per Manni, fa parte del ristretto gruppo di testi imperdibili sull'argomento. Messi a 90 racconta alcune tra le più raccapriccianti  partite giocate dall’Italia nella sua storia ai Mondiali, ma non solo. Come capita in quei (pochi) libri di narrativa sul calcio degni d'attenzione, il pallone è solo un pretesto (pieno zeppo di fascino e poesia) perfetto per raccontare l'umanità e le sue contraddizioni.

Argentina, ma non porta male un libro sulle partite più brutte giocate dall'Italia nella storia dei Mondiali a poche settimane dall'atteso appuntamento in Sudafrica?
"Non volevamo essere banali. In questi mesi stanno uscendo tanti libri tutti uguali e scontati sul calcio e sui Mondiali. Il nostro guarda al pallone da una prospettiva insolita. La raccolta di racconti è divisa in due. Baini ha fatto la cronaca 'narrata' delle partite, io invece ho raccontato i personaggi, le storie...".
Qual è l'incontro peggiore giocato dall'Italia in un Mondiale?
"Sembrerà paradossale, ma è Italia-Germania 4-3, perché fino al 90' la partita è stata noiosissima. Poi nei supplementari è successo quello che tutti sappiamo".
E la prima immagine di un Mondiale che ricorda qual è?
"Per questioni anagrafiche ho in mente una giocata dell'olandese Johan Cruijff durante l'edizione del 1974. C'erano i primi televisori a colori...".
E l'immagine più bella legata alla nostra Nazionale?
"E' sempre del '74: la vittoria in rimonta di un'Italia malridotta, con tatti vecchietti in campo, contro Haiti. Poi quel Mondiale andò a finire molto male".
Da scrittore perché il calcio le interessa tanto?
"In realtà su nove libri parlo di calcio solo nel mio romanzo più fortunato, 'Cuore di cuoio, e in questi racconti. Premesso questo, ho giocato nelle giovanili del Taranto, la mia città. Ero un difensore centrale. Da scrittore il pallone mi interessa per due motivi: penso abbia un forte legame con la letteratura, che in fin dei conti è una partita contro se stessi, e poi perché è più pulito della vita, nonostante Calciopoli... Non si arriva in Serie A da raccomandati. Se sei un brocco i tifosi non ti danno scampo. Nel pallone i mezzucci non esistono".
Lei è l'autore di due tra i romanzi più interessanti usciti in Italia negli ultimi anni: Cuore di cuoio e Maschio adulto solitario. Sta lavorando a un nuovo libro?
"Sì, e dovrebbe uscire dopo l'estate per Fandango. E' ambientato a Taranto e racconta un quartiere in cui tutti lavorano all'Ilva...".
Argentina, chiudiamo un paio di domande "da Bar Sport": è per o contro Cassano in Nazionale?
"Sono per la fantasia, e porterei sia Cassano sia Miccoli, anche se non li farei giocare insieme".
Fino a dove può arrivare l'Italia del Lippi-bis al Mondiale in Sudafrica?
"Prevedo un Mondiale anonimo per la nostra Nazionale. Dopo la vittoria del 2006 Lippi si è affidato ai suoi uomini, peccato siano invecchiati di 4 anni...".