Bernardo Baratti, Senza francobollo

01-07-2008
Una sfida alla realtà, di Alessandro Maresca
 
Se la fantasia prendesse carta e penna e scrivesse una lettera di sfida alla realtà. E se la radio facesse altrettanto con la televisione, il nero con il rosso, San Francesco con i banchieri, e così via. Lettere così ironiche ed intelligenti da costringere i destinatari alla risposta, e poi ad una nuova lettera, e una risposta ancora, così da formare un breve carteggio fra opposti: se tutto questo accadesse, avremmo un’idea un po’ meno vaga del nostro presente, o quanto meno il piacere di una lettura fuori dal coro?
Può sembrare follia, e invece è questo che ci propone un libro scritto da un medico fiorentino, medico e per l’appunto psicoterapeuta, psicologo analista, non nuovo ad esperienze letterarie. Si chiama Bernardo Baratti, ed al suo esordio già vinse, era il 1995, il Premio Tobino.
È un uomo che diresti mite, silenzioso, colto e discreto. E lo è infatti, ma quando lascia che la creatività galoppi, lui che ogni giorno è sospeso tra il delirio e la concretezza della malattia, fra il sogno e il dolore, ecco che si rivela come un autentico scrittore, non più dilettante. Baratti, nell’epoca del minimalismo diventato legge, prende uno spunto che diresti la provocazione di un momento e lo trasforma in un palcoscenico in cui entra il nostro presente. Anzi, entriamo anche noi. E da lettori, ci scopriamo così protagonisti.
Senza francobollo è dunque un libro da conoscere per l’originalità dell’impianto, per il piacere che offre alla lettura, ma anche per le riflessioni alle quali costringe.