Elisabetta Cabona, Le stagioni dell'anima

21-09-2013

Limpidi versi, di Piera Maculotti

Il tempo passa. Vola. A volte frana. Sulla terra tutto si deteriora...
Ha un altro ritmo l’ora della poesia: ci sono versi che vanno lievi e luminosi verso altri cieli, alti sopra il tempo. Succede così ne Le stagioni dell´anima (Manni edizioni pp. 76, €12), la nuova silloge della poetessa bresciana Elisabetta Cabona.
 
Brevi, lirici testi usciti da un giardino che ogni anno rifiorisce tra dolcezza mite e pace soave... Il silenzio della neve, il volo delle rondini, il timido affacciarsi delle viole; il tubare delle tortore, il sonnecchiare del vecchio cane Arco che con Nerone, il gatto randagio, condivide l'affetto della casa. Semplici creature, anime pure, preziose presenze, care come le voci di chi non c'è più: rassicuranti nel sereno,/ antidoto al buio/ in cui guardinghi/ ci aggiriamo.
E' duro e precario l'umano destino; tra le pietre sconnesse del nostro cammino c'è il mistero e l'ignoto; lo sguardo, inquieto, interroga e indaga. Poi guarda più su, in alto. Oltre. Dentro spazi capaci di ricomporre ciò che il tempo disperde quaggiù.
Inizia così un dialogo col cielo, un colloquio intimo, profondo che rafforza e innalza; ed è un invito a cercare tra le ombre – o le orme più cupe – tracce di Bellezza, dentro e fuori di noi: la gioia di un ricordo, il sorriso di un fiore, il respiro della natura, l'alito infinito delle cose... Una trama che risana tanto da ritrovare - nel giardino che sta in fondo al cuore - l'armonia intatta/ del divino.
Grazie a una poesia che sa scalare - e scavare - il cielo per colmare i vuoti dell'anima, per ritrovare la pienezza perduta.Sono limpide e luminose le strofe che Elisabetta Cabona disegna con sapienza e amore,  ricreando Stagioni dove il sogno di pace si fa realtà.