Jacques Cazotte, Il diavolo innamorato

12-03-2011

Pene infinite per amor di Belzebù, di Rosario Rampulla

Soffrire per amore? Vabbè, ne possiamo parlare. Nella realtà come nella letteratura. Ma patire tormenti e incertezze per... amor di Belzebù, beh: è tutta un altra cosa.
Lo dimostra, in questo curioso romanzo settecentesco riportato in auge dall’editore Manni, Jacques Cazotte, che mette sulla strada del soldato spagnolo Alvaro (in servizio nelle guardie del re di Napoli) il Diavolo, celato sotto i gradevolissimi – e pericolosi – abiti femminili di Biondetta, creatura di straordinaria grazia e fascino che, evocata proprio da Alvaro, gli si offre come serva attenta e devota.
Si dipana a partire da questo incontro una particolarissima vicenda in cui, l’aspetto satanico non regala pagine di tensioni particolari. Perché Alvaro è sì tormentato, ma non dal sospetto di essere circondato da oscure presenze.
Al contrario: la leggiadria, l’amorevole sollecitudine di Biondetta costituiscono una tentazione fortissima, da combattere con ogni mezzo.
Provate a pensarci: un uomo che si sforza per rimanere virtuoso... di fronte al diavolo.
Strano, no? Ma poi, il potere seduttivo della donna è troppo perché Alvaro possa resistervi. Prima dichiara tutto il proprio amore, poi si imbarca in un complicato viaggio verso la Spagna, per presentare la donna alla madre e chiederne l’approvazione per le nozze. Con tono leggero e divertente, ben lontano da tentazioni faustiane, Cazotte scherza a cavallo tra due generi, alternando burle e serietà.
Per confermaci, poi, alla fine, che davvero le donne ne sanno sempre una più del diavolo. Anche quando non sono Belzebù.