Novecento. Emigranti

04-10-2007

Storie dal mondo, di Angelo Sconosciuto

La collana “Novecento” promossa dalla Scuola statale di 1° grado “Aldo Moro” di Mesagne, istituzione diretta dalla prof. Maria Luisa Sardelli, si arricchisce di un ulteriore volume e la storia di questa terra salentina vede inserire, nell’impianto complessivo, un tassello, che certamente mancava e che può nutrire legittimamente la presunzione di aver offerto un utile contributo alla storia di più ampio respiro. “Emigranti” – è il terzo titolo della collana, dopo “Moda, mode, modi” del 2005 e “Fatica e lotte per la terra” del 2006 – sempre edito da Manni con la consueta cura, compendia lo sforzo compiuto nell’anno scolastico 2007 e, se da un lato risponde al meglio agli obiettivi didattici che ci si era prefissati, dall’altro ha dignità assoluta di ricerca storia ben condotta, capace di recuperare elementi, riferirli correttamente, dare un decisivo contributo alla comprensione di un fenomeno, che coinvolse a fondo anche Mesagne.
Non solo. Il contributo di ricerca proposto – collegato con “Latianesi nel mondo”, volume curato dalla scuola media “Croce-Monasterio” di Latiano nel 2004, e soprattutto con “Il sogno americano” ricerca promossa nel 1° Circolo didattico di San Vito dei Normanni nel 1988, all’epoca nella quale la prof. Sardelli lo dirigeva –, consente ora di cogliere continuità e differenze in un’area territoriale sovracomunale, geograficamente omogenea e più vasta, composta da tre Comuni, confinanti tra loro: attigui, eppure talvolta profondamente diversi.
Il lavoro di ricerca è introdotto da note di Antonio Tamburrano, che nel descrivere il fenomeno migratorio tra 1878 e 1978 studia le cause, analizza gli itinerari, riferisce le conseguenze socio-economico personali, e collettive, positive e negative, dal desiderio di costruire una casa, acquisire una proprietà, ai problemi legati alle rimesse dall’estero…
Seguono cinque corposi capitolo, nei quali carte d’archivio, carte di famiglia e testimonianze orali vanno a costituire un ordito completo e ben chiaro, capace di confermare le intuizioni della recente metodologia storiografica, circa la validità delle fonti orali. Si parte dai “Testimoni dell’esodo”; si descrive il fenomeno migratorio “Verso la Germania”; si rivivono clima ed episodi “Nella comunità di Monthey” e si capisce perché, dopo aver analizzato l’emigrazione nella nazione tedesca ed in quella elvetica, bisogna necessariamente soffermarsi nel Belgio e comprendere perché si passa “Dal sole della Puglia alle profondità delle miniere”.
Le famiglie mesagnesi non sono state coinvolte direttamente nel dramma di Marcinelle, ma nelle parole dei mesagnesi che hanno lavorato in miniera, quell’evento, è sempre presente. Ricordo indelebile, quasi come quello impresso nel fisico dalla silicosi, malattia del minatore per la quale, direbbe uno di loro – e seguitiamo la testimonianza di Giglio Galasso – “oggi percepisco una misera pensione”, considerata da qualche figlia anche “dignitosa” per il proprio papà, il quale, però, “a causa di problemi respiratori causati dalla malattia, è costretto a dormire seduto”.
L’emigrazione “Oltreoceano” poi, merita giustamente un capitolo a sé stante: c’è l’America e l’Australia nel racconto dei mesagnesi e nelle lettere e fotografie, che gli studenti hanno recuperato nei cassetti delle case, liberando frammenti di intimità, rendendo pubblici biglietti e cartoline, che “fanno” la storia del basso della nostra comunità.
“Nelle lettere i veri sentimenti di un uomo”, osservava un celebre critico letterario, studiando Manzoni. E che dire, allora, di questi biglietti provenienti – molte volte nel loro incerto italiano – dagli Stati Uniti e dall’Argentina, dal Brasile e dall’Australia? Ciascun lettore riuscirà a cogliere elementi utili alla reale comprensione di un fenomeno complesso, che nel libro viene studiato anche con un contributo iconografico del pittore Raffaele Murra, e con un’accurata appendice documentaria di lettere e cartoline, trascritte o pubblicate nella loro grafia e formato originali.
Utilissimo è, ancora, curato da Maria Carmela Fongaro, il catalogo delle fonti documentarie attualmente consultabili presso l’Archivio di Stato di Brindisi. “Quando l’emigrazione viene attentamente studiata e analizzata, attraverso testimonianze, documenti, e riferimenti storici precisi, è davvero uno strumento meraviglioso di trasmissione di valori positivi e di conoscenza”, ha osservato Enzo Del Vecchio nella sua introduzione al volume. Del resto, ha osservato il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Brindisi, Maria Elisa Basile, “sentimenti forti e struggenti, quali quelli legati alla propria terra, alla nostalgia, agli affetti, sono certamente esempi di storia vera che hanno come obiettivo prioritario quello di formare cittadini italiani che siano nello stesso tempo cittadini dell’Europa e del mondo”.
A chi volesse trovare, in queste pagine, solo la valigia di cartone legata col filo di spago, diciamo sinceramente di cercare altrove più facile letteratura: qui c’è un mondo ben più complesso, tenuto da un filo conduttore robusto, che è la dignità della persona ed a tutto, poi, è sotteso un augurio, quello del dirigente scolastico, che ciascuno può fare proprio: “che la memoria del passato sensibilizzi il lettore ad un nuovo approccio verso gli emigranti del presente per una piena e condivisa integrazione”.