Novecento

Novecento

sottotitolo
Gli anni della guerra 1940-1945
copertina
anno
2009
Collana
Categoria
pagine
320
isbn
978-88-6266-159-1
Ho ancora un sogno oggi: che un giorno la guerra cesserà, che gli uomini muteranno le loro spade in aratri e che le Nazioni non insorgeranno più contro le Nazioni e la guerra non sarà neppure più oggetto di studio.
Ho ancora il sogno che un giorno l’agnello e il leone saranno l’uno accanto all’altro e ogni uomo siederà sotto l’albero suo e non avrà più paura.
Martin Luther King

Mai più guerre

 

 

Il Tempo serve a lenire qualsiasi dolore e a superare i momenti peggiori della vita, specialmente quando intere famiglie venivano distrutte o perdevano i familiari che stava combattendo in guerra…
E prevaleva allora, come ora, la cultura della vita, della speranza, si ricomincia perché come diceva C. Pavese in un bellissimo romanzo… il problema non è di chi non c’è più… ma di chi rimane.
È proprio a noi il compito di ricordare, tener vivo il ricordo alimentando la memoria grazie alle migliaia di testimonianze che nonostante il dolore, con una grande dignità e coraggio, sono lì a ricordarci che le guerre non devono più accadere! Ogni volta prevale la voglia di ricominciare, ricostruire.
Le tragedie della seconda guerra mondiale hanno colpito l’intera nazione. Non c’è paese che non ha un monumento ai caduti con i nomi dei nostri cari che hanno perso la vita in guerra o peggio ancora che non sono più tornati. Ben 700 mila sono quelli che, dopo l’8 settembre del ’43 internati da Hitler furono utilizzati come schiavi nelle fabbriche delle armi e nelle fabbriche civili.
Poi 700 mila furono distribuiti nei 249 lager principali di Germania, Polonia, Russia, Francia, Iugoslavia, e Grecia, soffrendo la fame, il freddo, le malattie, le torture, e spesso lasciando la propria vita. Quelli che tornarono a casa, pochi, furono considerati profughi dagli inglesi, prigionieri di guerra dagli americani e da noi, invece, definiti con una certa fantasia: “Assenti giustificati” .
Il Novecento si è chiuso con due guerre mondiali e milioni di morti. Si è sfioranta anche una terza guerra fra le due super potenze, fortunatamente poi derubricata in “Guerra fredda!”.
All’epoca prevalse il buon senso.

Nel mondo non mancano tanti conflitti e guerre locali a volte dimenticate, a volte alimentate dalle multinazionali dell’industria bellica. Fortunatamente sono oltre sessanta anni che non scoppia un conflitto mondiale o globale.
Penso a cosa rimarrebbe del mondo se la follia si impadronisse di coloro i quali ne decidono le sorti.
Aveva ragione A. Einstein, dopo Hiroshima e Nagasaki “la terza guerra mondiale la si combatterà con la clava”. Devo confessare: queste note le scrivo dopo oltre tre mesi. L’invito coincise con la riprese del conflitto tra Israele e Palestina, tra Natale e Capodanno 2008.
Si può scrivere… Mai più guerre… Mentre ne scoppa una e muoiono civili?
La risposta che mi sono dato è: Si deve scrivere! Solo l’amore per la vita si può e si deve opporre alle tragedie della storia e alla violenza cieca anche dei micro-conflitti.
La nostra regione, con la politica culturale, sta cercando di avere un ruolo ponte nel Mediterraneo per lo sviluppo della pace, dell’accoglienza, e delle convivenze. In una delle iniziative per il ricordo della Shoah, “ il treno della memoria” un ragazzo ha lasciato il seguente messaggio. “Sono salito anch’io sul treno della morte, solo che sono stato più fortunato di tutti quanti voi. Sono sceso alla stessa fermata e grazie al vostro sacrificio sono salvo. Grazie”. Ecco, il vostro lavoro ed il nostro impegno servono affinché non ci siano mai più guerre! Lavoriamo e raccogliamo il testimone del sacrificio delle generazioni passate, per preparare secoli di pace. In un mondo globale è meglio riconvertire le industrie belliche per combattere le malattie, la miseria, la fame di intere popolazioni in alcuni continenti. Così depotenzieremmo definitivamente eventuali voglie di futuri conflitti.

Domenico Lomelo