Ombre di cicale

Ombre di cicale

sottotitolo
47 liriche senza legge
copertina
anno
2007
Collana
Categoria
pagine
64
isbn
978-88-8176-918-6
7,60 €
Titolo
Ombre di cicale
Prezzo
8,00 €
ISBN
978-88-8176-918-6
nota
Presentazione di Alda Merini Postfazione di Giorgio Baroni
Il poeta è l’uomo per eccellenza. Un uomo che sulla croce dei suoi giorni non piange, ma si limita a dare la musica dei suoi versi perché gli italiani, popolo gaudioso, imparino a cantare la grande felicità della vita.
Con quest’ultimo libro sull’amore, Strazzi conferma la sua abilità di scrittore e l’umiltà nel non volere calcare la mano su vani applausi.
                                              Alda Merini
 
 
Giuseppe Strazzi è nato ad Ostiglia nel 1951. Vive a Varese. Si è laureato in Lettere a Milano presso l’Università Cattolica dove ora si occupa di P.R. – Fund Raising.
Ha pubblicato libri di poesie per i quali ha avuto significativi riconoscimenti.

Primi versi
 

Lo specchio della camera
dove i tuoi giovani seni
hanno di statua greca
sembianza, ti fa orgogliosa.
Hai un dono nel tuo corpo
di ragazza aperta al mistero
che ti sfiora e t’accarezza
e ancora provi il piacere
di non sapere quale destino
ti porterà a volare oltre
il limite dei tuoi sedici anni.
La tempesta delle cose
ti infuria negli occhi
truccati e guardi i tuoi fianchi
pronti al movimento
che ti farà sussultare al rumore
di un palpito segreto del cuore.
Guàrdati e lascia che il silenzio
ti fecondi per continuare a dire
la storia della tua eternità.
Lui t’ha sorriso. Tu hai sognato.
Lui ti è venuto vicino.
Tu hai tremato.
Cosi il gioco è diventato
una felicità sconosciuta.
Desiderio di essere scelta.
Desiderio di essere qualcuno.
Il tuo corpo si è schiuso
come petalo dal sole colpito.
Nasce la gioia che non sei sola
a credere nella tua felicità.
Il bacio furtivo, rubato
al sottopasso è senza intimità.
Gli altoparlanti del metrò
i volti smarriti dei passanti
le spinte per prendere il treno
fanno triste l’amore.
Ci si abitua al rumore
quando la voglia oscura
anche il gesto più puro:
donarsi per dimenticarsi.
I giovani hanno i corpi
tesi per incontrarsi
per unirsi nell’infinito
che non si trova
quando il mondo urla
la sua miseria.
Stare abbracciati nella folla
dei pensieri senza amore
è parlare di antiche memorie.