Su antiche rotte

Su antiche rotte

sottotitolo
Poemetti
copertina
anno
2008
Collana
Categoria
pagine
112
isbn
978-88-6266-078-5
9,50 €
Titolo
Su antiche rotte
Prezzo
10,00 €
ISBN
978-88-6266-078-5
In questi versi la poesia è alta. Il poeta s’accorge e noi con lui che in un tempo pedestre (così lo dichiara) quel quanto di bellezza che ancora il mondo ricovera puoi vederlo solo se da questo “rio tempo” riesci anche ad estraniarti: suono e linguaggio epico innalzano un “ermo colle” su cui sostare e guardare, guardare e ricordare e a qualcuno poi raccontare.
Giuseppe Ugolini è nato ad Addis Abeba. Ha studiato a Reggio Emilia, si è laureato in Lettere moderne a Bologna, ha insegnato nel territorio di Parma. Dal 1990 vive nella cintura bolognese, in collina. Dai primi anni Sessanta scrive poesie. Per Manni, nel 2006, ha pubblicato il poemetto Archeologia immateriale.

INCIPIT

Asinelli e Garisenda

ferme   e traenti allo sguardo
nella mente confitte
salde   le torri
ancora    ad additare al cielo   

ma   per chi?
quale paradigma?
quali sentenze?   

e ad inforcare i nuvoli d’aprile   

un’incredibile forza
da novecent’anni   sospinge al cielo
la caduta   

la vedi ancora    di mani construtta
e la sostengono ancora  
ancor la levitano  
di geometrie tranquillamente semplici    

da nove secoli svetta la caduta   
   
leggerezza sottraendo al cielo
pesantezza alla terra   

senso additando al cielo
senso additando alla terra
al lillipuziano passante
intersecanti significati   

compagnia regalando agli orizzonti   

al quotidiano l’iperbole del tempo      

da queste pietre d’orgoglio
singolare incantesimo    
ma la sfida al millennio
di mani pazienti
sbeffeggiano espellono strangolano     
ossessirumori ossessimotori
frettastupidità

?come puoi ascoltare il poema
delle pietre e mattoni ostinati,
ed aggiunger versi tuoi magari,
dove non è   silenzio?    

?dove non è   lentezza di stagioni?     

lentezza  paziente?     

silenzio   delle stagioni?      

eppure
la gran meridiana della città
ne ha misurata di storia    

le sue pietre parlanti
le sue ombre
parlerebbero  ancora    
 
ma  bisogna     sedersi     

tacere