Alda Cicognani, l’amore
[…] «Sono nata con la penna in mano» dice la poetessa, «questa è la mia quarta raccolta di poesie pubblicata e ho anche scritto due libri di racconti». Il libro è diviso in tre parti che affrontano l’amore verso una persona, l’amore civile («ho pensato ai bambini che vivono nelle fogne in Romania e a tante cose che mi hanno colpito profondamente»), e l’amore per Dio, che diventa una poesia religiosa. Non è semplice parlare né di poesia, né d’amore, ma Alda Cicognani legge il testo della quarta di copertina nella quale si ritrova: «L’amore appassionato e partecipe che occupa tutto lo spazio della mente e del cuore, quando l’età si annulla e i colori si riaccendono; l’amore che diventa compassione, cum-patire e vive anche di ironia; l’amore come profondo inconsolabile rimpianto: questo il tema di versi che si misurano sempre». Certo, scrivere oggi di questo grande sentimento dovrebbe far tremare i polsi, ma qui il risultato è di una freschezza sorprendente. Un altro sensibile poeta e scrittore, Dante Maffia, ha commentato così la raccolta: «Ho subito incominciato la lettura, preso immediatamente dal garbo con cui il “racconto” si svolge e prosegue senza enfasi, senza esagerazioni, proprio come dev’essere il passo della poesia… la poesia amorosa è ormai sovrabbondante, banale e ripetitiva e se non si riesce ad aggiungervi uno scatto di luce, una briciola di autenticità, tutto diventa parola pesante e inutile. Vedo invece che lei sa entrare nel miracolo dell’amore e lo sa attraversare con originalità e con quella pacata maniera con cui bisognerebbe sempre affrontare ogni cosa. Il risultato è il suo libro denso di umori, di accensioni, di passionalità, di verità e di amarezze».