Antonella Fiore, Amorincorso

15-02-2013

La Puglia che pubblica, di Stefano Savella

Fiamma D’Amore, nomen omen, è la protagonista di Amorincorso, romanzo d’esordio di Antonella Fiore (Manni Editori, pp. 224, euro 18). La sua vita è raccontata in prima persona, come in altri romanzi di questo filone evergreen della narrativa di genere, e viene descritta come speciale, a tratti eccezionale, a partire dalla sua nascita, avvenuta nel bel mezzo di una «storica grandinata» e di un black-out all’alba di un dieci giugno («non si chiede mai l’età di una donna, perché scriverla?»). Cadenzati da titoli di brani musicali, i brevi capitoli della sua storia cominciano con il racconto dell’infanzia, dell’adolescenza, della giovinezza della protagonista, che attraversano alcuni dei periodi cruciali della storia italiana, come gli anni Settanta e Ottanta, vissuti da una ragazza della “periferia dell’impero” (Foggia e il Gargano) che incarna bene quella che è stata definita la «mutazione antropologica» di quella generazione.

La rappresentazione plastica del contesto e delle relazioni intrecciate da Fiamma negli anni della sua adolescenza è tutta nella descrizione delle estati trascorse con un gruppo di compagne di classe sul Gargano, ai «Bagni Emilia», che fin dal nome, come pure dalla fisionomia dei suoi proprietari, sembrano usciti da un b-movie o da una commedia sexy di quegli anni: il bagnino virile, la barista romagnola, le attempate e disinibite tedesche in cerca di avventure fanno solo da contorno al più classico degli avvenimenti: il primo bacio concesso su un pedalò con il bellissimo e invidiatissimo Christian. Nel quadro si inserisce anche lo scambio di esperienze con una coetanea ma già esperta milanese, giunta in vacanza in Puglia in compagnia del fratello (Piersilvio, ça va sans dire) e conosciuta ad un «surprise party» nella grande casa dello stesso Christian, a cui in cambio dell’ospitalità concessa spetterà una «settimana bianca». Dove? A Cortina, ovviamente.
In questo percorso di “educazione sentimentale” si colloca anche la scoperta del sesso: questa avviene però con violenza ad opera del ragazzo più bello della scuola, protagonista nei giorni precedenti di un episodio (un salto in alto a genitali scoperti, nell’ora di educazione fisica) considerato immotivatamente da Fiamma e dalle sue amiche quasi alla stregua di un segnale divino. Ma sarà un altro ragazzo a colpire il cuore di Fiamma, divenuta nel frattempo docente di lettere: Mercurio Basi, rampollo anche lui ma di una famiglia di rinomati produttori di caffè («Madò [sic!] quello della réclame tra le nuvole, il mio preferito»). Non a caso il romanzo è diviso in tre parti, Ante Mercurium, Mercurius («Da quando c’è Mercurio nella mia vita tutto è bello. Non ci sono ingiustizie né disgrazie al mondo») e Post Mercurio («Avevo voglia di infilare il collo sotto una molotov e saltare in aria pur di allontanare quel martellare violento e inesorabile. Senza fine. Come l’amore per Mercurio»). Prima, durante e dopo questa storia d’amore il racconto della storia di Fiamma è condito dai dialoghi con le amiche del cuore Luis Angel e Seppy, venati di un’ironia tagliente e a tratti rude («Eh no. Cazzo. [...] Lasciatemi almeno la certezza che non sia stata con un bisessuale»).