Giovanni Bernardini, Fuga dalla notte

08-05-2010
La cultura, fede laica per sfuggire alla notte, di Felice Blasi
 
Giovanni Bernardini, nato a Pescara nel 1923 ma pugliese d’adozione dal dopoguerra, dopo la laurea a Bari con Mario Sansone nel 1946 si stabilì nel Salento, dove ha insegnato e scritto per tutta la vita, impegnandosi anche politicamente nel suo comune, Monteroni, dove è stato sindaco dal 1992 al 1993. Uno scrittore troppo spesso isolato anche per una tendenza personale ad essere autore di periferia: lo scorso dicembre ha raccolto sei racconti brevi, di cui ci ha colpito soprattutto La grande casa, di tono kafkiano e pavesiano, in cui seguiamo i ragionamenti di un cane in una casa in collina, dai fumaioli innumerabili, che bisogna sempre ricominciare a contare. È il senso della letteratura, un «rac-contare» infinito che Bernardini in nota spiega così : «Dice Pascal che gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, hanno risolto di non pensarci. Noi crediamo che uno dei mezzi più nobili per sfuggire all’angoscia della fine sia la scrittura o l’arte in genere. Esorcizzare la morte comporta anche parlarne». Lo spiraglio di luce è una fede laica nella cultura, l’unica teologia concessa a chi scrive, per fuggire dalla notte.