Herman Melville, Le Encantadas

01-03-2011

Terre mostruose, di Andrea Cortellessa

Pochi libri moderni incarnano lo spirito dell’Odissea quanto Moby Dick. Fra le altre sue opere messe in ombra dal capolavoro di Herman Melville, assai poco noto è il racconto Le Encantadas pubblicato nel 1854, tre anni dopo il romanzo: in questi dieci frammenti è quel che resta di un progettato libro autobiografico di avventure nautiche e caccia alla tartaruga. E infatti le Encantadas – al largo della costa pacifica del Sud America – sono le isole delle grandi Tartarughe: l’altro loro nome, Galápagos appunto, evoca subito il viaggio di Charles Darwin e il suo resoconto, Il viaggio d’un naturalista. Se lo scienziato vi aveva trovato tracce di uno stadio dell’evoluzione arcaico, Melville fa di questo luogo un emblema di desolazione e immobilità, insistendo sulle lave vetrificate e le ceneri vulcaniche di una terra desolata («molto simile a quello che potrebbe essere il mondo dopo una conflagrazione punitiva») sulla quale resistono pochi reietti resi folli dalla solitudine. A ritradurre il racconto (nella bella collana «La cifra nel tappeto», diretta da Pierluigi Pellini e Antonio Prete per Piero Manni: pp. 150, € 14,00), dotandolo di un puntuale commento, è ora Cristiano Spila, curiosissima figura di erudito-esploratore dei repertori più inquietanti della letteratura italiana nonché, da qualche tempo, del- la grande tradizione degli scritti di viaggio – tradizionale sede del “diverso” e del meraviglioso (gli si deve per esempio la cura della raccolta Nuovi mondi. Relazioni, diari e racconti di viaggio dal XIV al XVII secolo, BUR, pp. 534, € 12,00).
Colpisce la natura di Ultima Thule di queste pagine ossessivamente segnate dai colori del lutto (l’ultimo frammento si conclude su immagini di lapidi ed epitaffi): se Moby Dick è il «folle volo» di un Ulisse scisso in Ishmael e Ahab – «due dentro ad un foco» – quanto gli tiene dietro non può che essere la cenere di un viaggio impossibile. Che abbia fatto esperienza, cioè, dell’esaurirsi della stessa esperienza.