Naim Kattan, Addio Babilonia

24-03-2011

Naïm Kattan, torna a Bari lo scrittore di Addio Babilonia, di Giusi Alessandra Falco

Sarà forse per la posizione privilegiata di porto tra Oriente e Occidente, o sarà perché gli ha sempre riservato una calorosa accoglienza. Il fatto certo è che Bari piace allo scrittore Naïm Kattan – iracheno di nascita e canadese di adozione – al punto da tornarci ancora, a distanza di pochi anni dall’ultima volta, per presentare un suo libro. Questa mattina, alle 11, Kattan incontrerà il pubblico presso la facoltà di Lingue, per parlare di Addio Babilonia, il suo primo romanzo, scritto nel 1975, e tradotto nel 2010 da Daniela Bonerba e Angela Liguori per la casa editrice salentina Manni. Si tratta di un testo autobiografico che racconta di Bagdad fatta di giovani letterati e di caffè, di desiderio d’Europa e di convivenze millenarie tra arabi ed ebrei; una città costruita su contrasti netti, che il protagonista sarà costretto ad abbandonare, alla ricerca di un luogo in cui non dovere avere più bisogno di proteggersi.
Si chiude così, su una partenza, la storia di Addio Babilonia, ed è proprio da lì che nasce il percorso letterario ed umano di Kattan, che si snoda tra Paesi lontani: l’Iraq dell’infanzia, poi la Francia degli studi universitari e dei contatti con Breton, e, infine, il continente americano e Montréal, «per vivere in francese», senza distogliere lo sguardo dall’amata cultura mediterranea. Quella di Kattan è una sensibilità letteraria multiforme, che spazia dal romanzo, al teatro, fino alla critica, e che si nutre delle contaminazioni più diverse, spinta da un costante desiderio di ricerca, di affermazione di un’identità che comunichi con le altre. Il dialogo che ne deriva, e che caratterizza tutta l’opera di questo scrittore, non è un semplice espediente narrativo, ma diventa l’essenza della sua produzione, fondata sullo «scambio» e sull’ascolto. Questo rende la scrittura di Katta, capace di passare «da una lingua all’altra, da una letteratura all’altra», e quindi «nomade, nella ricerca», per usare una sua definizione.
«Oltre all’amore per una terra di migrazioni come il Canada, ciò che mi avvicina a Kattan è il senso delle origini, e le sue sono mediterranee», ha spiegato Giovanna Dotoli, poeta e docente di Letteratura francese, che, questa mattina, converserà con lo scrittore. «E poi, Bari è la città più a Oriente d’Italia: quale luogo migliore per promuovere il dialogo tra culture?».