Nicoletta Nuzzo, Cronache di un gatto perfezionista

13-04-2007

Il fascino seduttivo dell'umanità felina, di Rita Boini

Può sembrare una stravaganza da vecchia signora inglese, scrivere un libro interamente dedicato a un gatto. Ma Cronache di un gatto perfezionista, di Nicoletta Nuzzo, che invece è una ancora giovane signora con alle spalle e nel presente una solida carriera, è un libro serissimo, che sul filo di un ben preciso protagonista, Ugo, appunto, di nascita e di stato gatto, che nella sua felinità pare, almeno a noi, lo specchio dell'autrice, o almeno una scheggia di specchio in cui Nuzzo si vede, e forse vede anche una parte di umanità, quella femminile almeno. Ugo è un gatto ex randagio capitato, per caso e per sua fortuna, in un'ottima famiglia. Dove si è piazzato con disinvolta sicurezza, mostrando attaccamento ma non gratitudine, organizzando la sua vita nella nuova situazione, con sublime disinvoltura e totale indifferenza nei confronti delle esigenze dei suoi conviventi umani. Ugo in realtà è "il pronipote gatto" dell'autrice, il micio cioè della nipote Giulia. Ma Ugo, come tutti i gatti, ha sedotto, conquistato, e tiene saldamente in pugno tutta la famiglia. Di se stessa l'autrice scrive infatti, non a caso, di essere "in affido volontario a un gatto di nome Ugo, di grande libertà mentale". Il testo del volume si snoda in una serie di capitoli, più o meno brevi. In cui Ugo assume sovente tratti umani e invece, gli umani che gli stanno attorno, assumono sembianze feline. Gatti e uomini si scambiano di ruolo, comunicano tra di loro con parole e miagolii, in un mondo in cui contano l'empatia, la capacità di immedesimarsi e di capirsi al volo. E per fare tutto questo cosa chi meglio, come interlocutore, di un gatto? Proust, Hillman, Petrarca, la filosofia postmoderna sfilano, assieme al gatto, in questo libro che è anche colto, ma né pesante né pedante, ironico e leggero, capace di dire con lievità cose molto serie. Perché, come scrive Lidia Campagnaro nella prefazione, "Ammettiamolo: il gatto è una figura cruciale della cultura umana (e non è detto che sia vero il reciproco). La bibliografia sull'argomento sterminata, di solito inizia con la civiltà egizia e con un proverbio cinese un po' supponenete, secondo il quale il gatto è apparso nel mondo per dare all'umanità il piacere di accarezzare la tigre. Vale a dire la critica della gattità pecca degli stessi eccessi dell'adorazione compunta. Non così Nicoletta ed Ugo..."