Pino Romanelli, Elettrocardiodramma

01-03-2009

Musica e testo in un istante solo, di Viviana Leo

“I ritmi ce li abbiamo dentro, nella nostra area geografica interna. Fanno parte di musiche che non conosciamo, suonate da strumenti antichissimi, suoni appartenenti ad altri territori: territori astratti dell’anima con le sue corde e i suoi tasti ingialliti dal tempo”: Elettrocardiodramma. Racconti per musiche e voci, ultimo lavoro del brindisino Pino Romanelli, è una raccolta di pièce musical-letterarie, i cui impulsi elettro-acustici descrivono snodi narrativi dai continui contorni sinestetici: un cd da leggere ed un libro da ascoltare, in cui occhi ed orecchie dialogano in un instancabile rincorrersi di sensazioni.
È un ricorrente gioco allo scambio delle parti, in cui la musica non si manifesta solo sul piano strettamente uditivo. Le storie si intrecciano intorno a episodi, situazioni, frangenti, pensieri, talvolta reali, talvolta solo immaginati, indipendenti l’uno dall’altro.
È nello stile di questo raccontare il continuo riferimento, a volte un po’ forzato, ad esperienze legate all’arte delle muse. Pino Romanelli prende in prestito dal lessico musicale i termini più efficaci per raccontare del desiderio che diventa controcanto, del sangue che esegue una frenetica sarabanda, dell’innamoramento all’unisono tra zampogna e arpa, dell’intensità più che fortissima (scritto fff, trattando le pagine del suo libro come uno spartito) di una storia d’amore.
I contenuti delle storie sono un costante rinnovarsi di citazioni che rivelano la profonda cultura in materia musicale dell’autore che restituisce così una sostanza più palpabile alle avventure di Nevila e del violino, alle peripezie del nano e della contorsionista nel fumetto di Paolo Conte disegnato “mentre ascoltava riflessivo alcune canzoni”, alle vicissitudini dell’ocarina che si innamora di uno scacciapensieri, e a tante altre ancora. Per esplorare Elettrocardiodramma, non c’è solo il suono opaco che rimbomba nella mente quando si legge in silenzio, ma anche quello reale degli artisti coinvolti nelle letture: Niccolò Fabi, Ornella Vanoni, Aisha Cerami, Rocco Papaleo, Alessandro Haber.
La parola viene intensificata, le voci si dilatano e si restringono, raccontando le infinite sfaccettature della sensualità della passione, dell’ironia, della fantasia, ora al suono del pianoforte di Rita Marcotulli, ora delle chitarre acustiche di Michele Ascolese, ora delle tastiere di Aidan Zammit, ora del tocco elettronico di Pasquale Minieri, descrivendo gli slanci melodici e gli effetti dinamici del continuo avanzare narrativo.
Pino Romanelli, già autore dei testi di diverse canzoni interpretate da Bungaro, Aisha Cerami, Grazia Di Michele, Valentina Gravili, Patrizia Laquidara, Fiorella Mannoia, Neri Marcorè, Syria, Ornella Vanoni, crea in Elettrocardiodramma una cassa di risonanza della forma invisibile, fatta apposta per le sue parole. Cercare una logica definita, un senso razionale alle sue storie non restituisce il gusto della narrazione… meglio lasciarsi andare, cercare senza voler trovare niente, perché “sempre, in un incontro, un luogo, un punto di partenza dove capisci che da quel punto e da quel luogo è cominciata una storia, qualunque storia sia…”.