Quello che c’è tra di noi

15-07-2008
Affetti fuori dagli schemi, di Vincenzo Branà
 
Undici scrittori del sottobosco letterario sono i protagonisti di Quello che c’è tra di noi, l’antologia curata da Sergio Rotino ed edita da Manni. Una raccolta che solo per fretta può essere racchiusa nel prolifico filone della “narrativa gay”, rispetto alla quale in realtà effettua un notevole salto di qualità. E in questo senso il sottotitolo Storie d’amore omosessuale pur individuando un tratto comune tra le trame scelte da Rotino, si rivela un’approssimazione inadatta a cogliere il carattere di novità dell’antologia. La quale, a dispetto del voyeurismo che domina il mainstream della narrativa a tema omosex, riesce a incastonare l’omosessualità all’interno dell’essere umano e a raccontarla perciò non solo in quanto tale, ma rispetto a tutte le altre forme di affettività, amicali, familiari ed eterosessuali. Sparisce insomma il discrimine tra ciò che è “norma” e ciò che non lo è, si dissolve la bolla entro la quale molti scrittori, alcuni consumati professionisti, rinchiudevano i due maschietti o le due femminucce, per poi scrutarli (o scrutarle) simulando l’inelegante pratica del buco della serratura. E forse è tutta una questione di tempi, forse dieci anni fa l’omosessualità era giusto guardarla da vicino, sezionarla, spiegarla. Peccato che, col senno di poi, queste scelte editoriali – le molte antologie e i tanti romanzi – non siano riuscite ad andare oltre il cortocircuito di storie gay e lette da gay. Un percorso assolutamente autoreferenziale, molto lontano dalla possibilità di incidere minimamente sul pensiero dominante di chi l’omosessualità la guarda “da fuori”. Il lavoro di Rotino, invece, batte un’altra strada. Nulla di pionieristico, per carità, però qualcosa di squisitamente insolito in Italia. Che perciò vale la pena di conoscere. Giacomo da qualche mese è entrato nell’età che gli anglofoni identificano con la desinenza “teen” – dai 13 ai 19 – in quell’adolescenza che dappertutto è terreno di scoperte e di esperienze. E non ci mette molto Giacomo a scoprire che ama Alex, il suo compagno di scuola. E Alex, dal canto suo, corrisponde il sentimento. Ma Giacomo ha soprattutto Michael, il fratellino col cervello mai cresciuto che vive in un istituto di suore: è lui il suo confidente, lo sguardo da incrociare per vedere quando si sgrana, per contentezza o, chissà, forse per stupore. Giacomo e Michael hanno un appuntamento da onorare assieme, a naso all’insù contro i vetri della finestra: aspettano la cometa dei segreti, quella di cui la mamma aveva detto loro stringendoli a sé prima di raggiungere quel letto d’ospedale nel quale avrebbe smesso di lottare. E forse quella stessa rinuncia era la stella cadente, la coda incandescente alla quale appendere per sempre il desiderio di una mamma. Giacomo, Michael, Alex e la cometa sono i delicati personaggi del racconto di Luigi La Rosa, uno degli undici autori selezionati da Rotino: solo un esempio – e l’antologia ne fornisce altri, altrettanto efficaci – di come l’amore sfugga a qualsiasi definizione, di come boicotti sistematicamente e con fastidio le categorie che gli uomini e la morale sistematicamente gli appongono. E l’omosessualità vista con gli occhi di un ragazzino che ama la mamma che non c’è più, il fratellino sedato nella clinica e Alex, con le sue carezze e i suoi baci furtivi, è l’armoniosa parte di un tutto che ha molto a che fare con la natura e che solo l’arroganza e la presunzione di chi ha perso la curiosità per ciò che succede attorno può definire artificio o bestemmia. Scriveva Mario Mieli nella prefazione al suo Elementi di critica omosessuale: «Spero che la lettura di questo libro favorisca la liberazione del desiderio gay presso coloro che lo reprimono e aiuti quegli omosessuali manifesti, che sono ancora schiavi del sentimento di colpevolezza indotto dalla persecuzione sociale, a liberarsi della falsa colpa». E il riconoscere l’amore gay come un amore tra gli amori è il valore con cui Rotino pare realizzare, senza presunzione, quell’auspicio.