Tilde Pomes, Amore scarno

19-06-2013

Parole che contano, di Maria Rosaria Chirulli

Tilde Pomes, nata ad Ostuni, risiede ad Altamura, dove insegna Italiano e Storia in un istituto di istruzione secondaria superiore. Ha voluto provarci. E’ nato così il suo primo romanzo AMORE SCARNO (Manni), una storia intensa, dura narrata in prima persona da Sara al fratello Angiolino, andando a ritroso negli anni. L’ambientazione è Ostuni, in primo piano le stanze di un palazzo signorile nel quale si compiono le vicende raccontate con un linguaggio denso, realistico che permette ai vari personaggi di balzare nitidi agli occhi del lettore: una madre inconsapevolmente egoista, un padre-padrone violento, una nonna e un fratello adorati dalla protagonista, gli zii, le amiche, la scuola e il paese, il tutto in un abile intreccio di tensioni, colpi di scena, emozioni e passioni che ricostruiscono  con la precisione dei dettagli gli anni fra i Cinquanta e i Settanta. Un esordio, quello di Tilde Pomes, che promette molto bene, un incipit che stuzzica: “Quel giovedì sera ero in braccio a mamma, e insieme guardavamo la televisione, quella in bianco e nero. Un signore simpatico, un  certo Mike Bongiorno, che mi chiedevo come fosse finito in quella stravagante scatola ciarliera, ci salutò con Allegria e invitò un giovane impacciato, con gli occhi di pesce morente, a lasciare o raddoppiare non si vedeva cosa;…”