Umberto Saba, Quante rose a nascondere un abisso

29-05-2005

La voce privata di Umberto Saba, di Nicola Vacca


Di Umberto Saba, una delle voci poetiche senza dubbio più grandi del Novecento, da troppo tempo si sono perse le tracce. La sua opera, ancora oggi, è una realtà che va al di là del tempo, del variare del gusto e delle scuole. Insomma un classico per definizione. La sua poesia ha una estrema energia di immagine e pensiero. Poesia di invenzione serena, ma anche di una intensa forza religiosa nei versi del suo Canzoniere. Saba mette in atto una sincerità commovente, frutto di suggestivo lirismo, che anche a cercare bene non ha davvero eguali nella poesia italiana del secolo scorso. Si torna dunque e finalmente a parlare del grande poeta triestino.
Viene, infatti, pubblicato per la prima volta il carteggio del poeta con la moglie Lina. Quante rose a nascondere un abisso. Per conoscere un poeta è necessario entrare nel microcosmo delle sue passioni intime. Grazie alla disponibilità di Raffaella Acetoso, erede di Umberto Saba, di Antonio Debenedetti, scrittore e critico letterario, e soprattutto di Anna Grazia D’Oria, adesso è possibile leggere le pagine struggenti di questa storia intima e privata in cui ritroviamo tutta la serena disperazione di Umberto Saba, uno dei poeti più limpidi e celesti della nostra letteratura.