Velio Abati, Domani

07-12-2013

La via per il futuro passando per la selva oscura, a cura di Daniela Belloni

Insegnante, saggista, poeta, giornalista per “Il Manifesto”, scrittore. Ecco chi è Velio Abati, nato a Roccalbegna ed insegnante in un liceo grossetano, che ha presentato il suo libro “Domani” alla libreria Palomar di Grosseto. Il testo, è un vero e proprio exemplum che, nonostante la narrazione storica, con il titolo vuole riportare al futuro, perché sarà del lettore la scoperta finale del significato.
Nella vita quotidiana, Abati, prima di tutto come padre e come cittadino, ha spesso a che fare con le giovani generazioni ed ha deciso di sedersi al tavolo di scrittura, partendo dallo sguardo sul presente in cui viviamo, dove il senso di smarrimento è forte, quasi da vivere in una dimensione drammaticamente appiattita, a cui è stata tolta la prospettiva del futuro e che ha perso il legame con il passato.
E questo senso di smarrimento è in parte simile a quello che Dante descrive nell’inferno, nel momento in cui si trova in mezzo alla selva , con la drammatica sensazione di sofferenza e smarrimento: “tanto è amara che poco è più morte”. Ed è proprio come il celebre autore, che Abati, per rispondere a questo stato interiore, vuole trovare una via verso il futuro, passando attraverso uno sprofondamento verso il passato. Per arrivare a questo, ha compiuto studi e lavori di carattere storico ed archivistico, lavori di biografia ma anche a carattere personale e privato, in primis per il recupero del tessuto linguistico.
Quest’opera è una allegoria medioevale, condotta in una certa forma e con un certo taglio, parlando di condizioni storiche, dove le date sono totalmente determinabili sul calendario, dove i grandi eventi sono quelli storici di carattere generale, dove i nomi di persona e dei luoghi sono verificabili. Tuttavia questi ultimi, sono rivisti con una luce del tutto diversa ed il lettore, soprattutto quello dei nostri territori, che conosce da vicino situazioni, condizioni e nomi, si trova davanti ad una incertezza del riconoscere e non riconoscere. Gli vengono stimolati dei ricordi, che forse però non sono quelli, avendo una trasposizione in una dimensione temporale di significato che va ben oltre quanto è scritto.