Elisabetta Guido, Il canto moderno occidentale di origine afroamericana

25-10-2010

Quanta Africa c’è nella musica di oggi, di Raffaele Polo

 
Ci sono degli argomenti che non hanno una “letteratura” vera e propria, a loro sostegno. E allora, bisogna cercare frammenti e inserti in testi che trattano d’altro e che, magari, non sono facilmente reperibili. Prendiamo, ad esempio, il Canto moderno occidentale di origine afroamericana, ovvero tutto quello che riguarda gospel, spirituals, rythm and blues, rock e via dicendo. Onestamente, se ne sa poco, pochissimo. Sulla loro origine, è vero, ci sono capitoli nella varie “storia della musica”, ma un approfondimento sulla vocalità moderna di questo genere musicale è molto raro.
Elisabetta Guido ha pubblicato con Manni un agevole opuscolo che inizia il discorso su questo argomento e che, ne siamo sicuri, troverà a breve un interessane e articolato seguito (titolo: Il canto moderno occidentale di origine afroamericana. Breve compendio teorico-pratico sulla vocalità moderna di origine afroamericana).
Si parte dall’idea che tutto il canto moderno occidentale sia permeato della vocalità e dello stile musicale di origine afroamericana. E questo lavoro si propone di portare il lettore ad una breve conoscenza della storia del canto moderno occidentale e di descrivere in maniera semplice, anche attraverso il paragone diretto con l’applicabilità ad essa dei tre principi fondamentali dell’esecuzione operistica, una vocalità che, pur avendo avuto un’origine popolare, oggi ha al suo servizio una vera e propria tecnica di apprendimento.
Addentrandosi in un contesto squisitamente pratico, questa tecnica è tesa ad eliminare o ridurre al minimo gli effetti dell’impatto del “vocal tract” dei suoni “gridati” e misti tipici dello stile afroamericano e della canzone moderna in genere, anche facendo ricorso all’applicazione dei principi del “Belcanto” operistico.
Nella lettura del testo, molto scorrevole e comprensibile, si incontrano nomi famosi e importanti: da Ray Charles a Bessie Smith, da Aretha Franklin e Ella Ftzgerald a Billie Holiday, in un caleidoscopio di nomi e suoni che sono la storia della musica contemporanea.
Elisabetta Guido, del resto, opera da sempre in questo settore: la conosciamo soprattutto come direttrice del coro gospel A.M. Family, dove quell’A.M. vuol dire proprio Afroamerican Music. Ma è lei che si occupa attivamente di tutto quello che riguarda il “canto moderno occidentale” a livello storico ma soprattutto nella conoscenza e nell’approfondimento della tecnica.