Fernando Rausa, Terra mara e nicchiarica

08-03-2007

Nelle poesie di Rausa l'anima del nostro Sud, di Giulia Cerboni

L’ attaccamento alla propria terra e ai valori forti come quello della famiglia, ma anche il dramma di una civiltà che è dovuta emigrare, staccandosi dai propri figli, sono tra i principali risvolti di una complessa realtà che la penna di Fernando Rausa (1926/1977) ha trasformato in poesia. Termini semplici dalla grande forza espressiva, diventano strumenti privilegiati per tratteggiare una realtà dura e drammatica, ma anche per raccontare la bellezza di una terra, teatro di grosse ingiustizie umane e morali. Un piccolo mondo, ricco di asperità e di meraviglie illustrato nella sua lingua, quella parlata della gente: il dialetto del sud di Lecce, in particolare della località di Poggiardo. La raccolta di poesie Terra mara e nicchiarica (Terra amara e desolata) di Ferdinando Rausa è stata presentata allo Spazio Cultura di San Giuliano, nella serata di martedì, in una sala gremita, tra lo scorrere delle suggestive immagini della terra del Salento, col sottofondo delle note della pizzica, il noto strumento popolare, caratteristico di alcune aree del Sud. Le poesie sono state lette e interpretate dal sangiulianese Paolo Rausa, il figlio dell’autore che ha deciso di raccogliere una testimonianza che fotografa dal punto di osservazione di un lavoratore e padre di famiglia una cornice fondata su pilastri che rimangono di grande attualità. Tra i temi il dramma del lavoro, la fatica dei più umili ad affermare i propri diritti, la denuncia sociale, la difficoltà a dare voce alle ingiustizie. Edito della Casa editrice Manni, la prefazione è del professor Donato Valli, rettore dell’Università di Lecce, il quale dopo aver introdotto il lettore nel vivo di questo percorso dove la poesia trae spunto dalla forza della realtà, conclude con un commento personale. «Credo dice, che sarebbe stato davvero un atto d’ingiustizia condannare al silenzio una voce che rompe la barriera delle convenienze salottiere per alzare il vessillo della verità di uomo, prima ancora che di letterato». Il nuovo volume raccoglie poesie scelte, fra quelle già pubblicate e autoprodotte, per essere inserite in una sequenza di continuità per tematiche trattate.