Piero Manni, Il prete grasso

30-07-2009
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Con i santi la gente, gli uomini specialmente, non facevano tanti complimenti; in chiesa no magari, poco da spartire con il prete grasso, ma i santi andavano onorati: alla vendemmia era sempre disponibile mezzo paniere d'uva per la festa di Santo Rocco, e San Paolo facva maturare i fihci fioroni e le angurie brindisine: oggi le angurie sono israeliane, non hanno profumo né sapore e una pasta consistente, dura e coi soldi che ci ricavano fanno i raid nei campi profughi palestinesi, nel Libano a brandelli terra di tutti, gli Usa Israele la Siria, nel Libano delle cento milizie e religioni, delle cento religioni con la croce e col moschetto, e nei campi della Palestina, la Palestina leopardata con i posti di blocco israeliani ad ogni incrocio ad ogni uscita di villaggio. Nel Salento i santi si guadagnavano il pane, San Giuseppe a Copertino teneva d'occhio le bestie sorvolando i campi, Sano Giuseppe dei voli da Copertino, e San Pietro se non pioveva lo portavano in processione con tanto di sarda salata in bocca, San Pietro delle tarantolate, San Pietro medico e psicanalista da Galatina che guariva le tarantolate insieme a San Paolo, nella cappella di Galatina o in quell'altra di Soleto, dalle cisterne con l'acqua miracolosa dei serpenti.

 
Allorquando poi conobbi la materialità del prete grasso, il suo materialismo di interessi, di piaceri di carne e di gola, di accumulazione e di potere, mi sentii tradito e nacque il rifiuto che avevano i contadini e che aveva tata Mimmi. Il quale lo serbò fino all'ultimo,quando in famiglia si decise che bisognava chiamarlo, il prete, per l'estrema unzione; c'erano state resistenze, tata Mimmi non voleva proprio morire nonostante l'età e i gravi mali, nonostante da alcune settimane erano più le ore di incoscienza che di lucidità, e i nipoti non volevano che la presenza del prete gli facesse intendere che era finita, che era il momento. Prevalse la forza della consuetudine e nonostante la testardaggine del nipote maggiore il prete fu chiamato per l'estrema unzione; alla fine della quale tata Mimmi esalò l'ultimo bisbiglio: Vaffanculu, all'indirizzo del prete grasso, e morì cogli occhi sbarrati.